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L’ex attaccante italiano Gianfranco Zola ha parlato della mancata qualificazione dell’Italia al prossimo Mondiale e di cosa fare per migliorare il nostro calcio. 

Gianfranco Zola è uno dei calciatori che ha fatto la storia del calcio italiano, sia con i club che con la maglia della Nazionale. The Magic Box è rimasto ovviamente legato ai colori azzurri e ha sofferto, come dichiarato in una intervista a La Repubblica, per la mancata qualificazione dell’Italia per il prossimo Mondiale.

Gianfranco Zola

Gianfranco Zola (Foto Web)

“Sono devastato da questa sconfitta. Non andare ai Mondiali destabilizza. È come se contro la Macedonia del Nord, con Berardi e gli altri, ci fossi stato anche io”, ha dichiarato Zola sulla partita persa contro i macedoni nei minuti di recupero.

Su cosa serve per rialzarsi, l’ex attaccante ha detto: Cambiamo il modo in cui il calcio vive e si alimenta. Serve un circuito virtuoso che esalti la qualità. Puoi essere ben allenato, organizzato tatticamente ma senza il talento prima o poi vai a sbattere”.

Sulle possibili dimissioni di Roberto Mancini si è detto invece contrariato: No. Roberto ha fatto un grande lavoro e costruito una base importante. La Nazionale non ha vinto per caso l’Europeo”.

Italia, Zola commenta la sconfitta contro la Macedonia del Nord

Sulla sconfitta dell’Italia contro la Macedonia del NordZola ha poi detto: Gli episodi migliori sono passati dai piedi di Verratti e Berardi. Mentre Barella mi è parso un po’ stanco. Jorginho ha fatto la sua parte. Mi irrita sentire che i due suoi rigori sbagliati siano stati la causa dell’addio al Qatar. Stiamo a casa perché non abbiamo avuto forza e qualità. Dal dischetto Jorginho non si è mai tirato indietro, ne ha segnati tanti. Anche io ho sbagliato un rigore importante per gli Europei del ‘96. Mi sono martoriato a lungo. Ma non è servito”. 

Infine un’analisi su Immobile“Non era la gara per Immobile, Ciro non dà il meglio negli spazi stretti. Ma chiediamoci come mai produciamo così pochi giocatori di qualità, forti nell’uno contro uno e imprevedibili negli spunti offensivi. Nel calcio moderno serve questo. Teniamoci le nostre caratteristiche e prendiamo i buoni esempi anche dall’estero. Se dall’Inter di Mourinho nel 2010 non vinciamo niente in Europa, una ragione c’è. Vanno rivoluzionati settori giovanili e academy. Serve coraggio. Troviamolo”. 

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