L’ex attaccante azzurro Christian Vieri ha parlato del momento che sta vivendo la nostra Nazionale, con Mancini a caccia di giovani talenti.
Dopo la pesante sconfitta nella Finalissima contro l’Argentina, Roberto Mancini è ripartito da un gruppo giovane e fresco trovando un ottimo pareggio contro la Germania nella prima partita di Nations League. Ed è proprio dai talenti emergenti con l’Italia dovrà ripartire.
A parlare del momento della nostra Nazionale è stato Christian Vieri, storico ex attaccante azzurro, in una intervista a La Stampa: «Il Mancio è il più bravo di tutti se c’è da trovare ragazzi forti in giro per il mondo. Credeva in Gnonto e negli altri debuttanti lanciati con la Germania. Si è preso un rischio perché venivamo dalla sconfitta pesante con l’Argentina. È andata bene e tutti lo elogiano. Ma se fosse andata male? In Italia si sta troppo dietro ai risultati. C’è poca pazienza, Serve qualcuno che faccia come Cesare Maldini. Ci buttò tutti dentro dall’Under 21 alla Nazionale maggiore. Da lì vennero fuori tanti Campioni del Mondo del 2006».
Bobo ha anche puntato il dito contro i club: «Mancini non ha alternative, le società lo fanno meno volentieri: se perdono una partita è un dramma. Allora subentra la cautela. La Nazionale avrà meno pressione per andare al prossimo Europeo».
Nazionale, l’intervista di Vieri a La Stampa
Vieri ha poi predicato pazienza nella crescita e nella gestione dei giovani: «Serve gente che abbia pazienza. Prendiamo l’esempio di Tonali. Alla prima stagione col Milan non ha fatto bene. La palla a San Siro pesa. Se sbagli, ti fischiano in 60mila. Allora ti nascondi. Ma il Milan ha insistito senza rimandarlo al Brescia. Maldini e Pioli lo hanno aspettato. La ricetta è questa. Ricordo i miei inizi al Torino. Eravamo il vivaio migliore d’Europa insieme all’Ajax. Il primo pensiero non era quello di vincere con le squadre giovanili, ma di fare lo scouting dei talenti migliori».
Infine, l’ex bomber azzurro ha risposto alla domanda sulla mancanza di un “Vieri” in Nazionale: «Si dice così quando le cose vanno male. Anche all’Europeo non c’era, ma non lo diceva nessuno, perché abbiamo vinto. Immobile deve fare qualche gol in più in azzurro, come fa con la Lazio. Senza infastidirsi per le critiche. Però in generale credo che sarà dura tornare alle generazioni del passato. La nostra, parlo dei nati negli anni ’70, era eccezionale. Fenomenale quella dei Mondiali ’90: Vialli, Mancini, Giannini. Arrivarono in semifinale senza subire un gol. Lasciando stare quella del 1982, forse la Nazionale più forte di sempre».
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