Juan Sebastian Veron ha parlato di Mateo Retegui, il nuovo attaccante convocato a sorpresa in Nazionale dal c.t. Roberto Mancini.
Ormai non si parla d’altro: Roberto Mancini ha deciso di convocare in Nazionale Mateo Retegui, argentino classe 1998 col doppio passaporto di proprietà del Boca Juniors. E a parlare del Chapita è stato, in una intervista a La Gazzetta dello Sport, Juan Sebastian Veron, ex calciatore di Lazio e Inter, che è stato presidente dell’Estudiantes quando l’attaccante ha cominciato a muovere lì i primi passi in campo.
Il Brujita ha dichiarato: «Ha il gol nel sangue. Preferisce il destro, ma l’ho visto segnare anche di mancino. È molto duttile. Nel gioco aereo è bravo. Sui cross ha il tempo d’anticipo necessario per anticipare l’intervento dei difensori. E poi ha coraggio, non tira mai indietro la gamba».
Veron però non corre troppo: «Non dimentichiamo che finora ha sempre giocato in Argentina, non conosce l’Europa, gli manca un’importante esperienza internazionale. Ma è giovane, ci si può credere. Io, quando Retegui era all’Estudiantes, in un anno, gli ho visto fare tantissimi miglioramenti».
Nazionale, Veron parla di Mateo Retegui
Veron ha poi parlato della chiamata nella Nazionale italiana che ormai sembra certa: «Non si è mai pronti per la Nazionale italiana, che è una delle più gloriose e vincenti del mondo. Però lui può dare un contributo importante, soprattutto alla luce del fatto che adesso, in Italia, ci sono poche prime punte che possono fare al caso di Mancini. Non mi piace il gioco dei paragoni. Dico solo che il rischio che corre Mateo è quello di avere troppa pressione, e la pressione, specie su un ragazzi di 23 anni, è pericolosa».
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